sabato 24 dicembre 2011

TARIFFARI E CLASSIFICHE FIT: I CONTI NON TORNANO.



Con la circolare di novembre 2011, FIT ha introdotto i nuovi tariffari, contenenti un generale aggravio delle già rilevanti imposte a carico dei tesserati e degli organizzatori.
E’ soprattutto la sfera agonistica ad essere colpita, dal costo della tessera atleta (da € 25 a € 44 se 1ª-2ª categoria - riferita al 2011), al costo pro-capite di partecipazione (da € 2 a € 3), passando per la tassa torneo (da € 50 a € 100).
Viene comunque colpito in modo significativo anche il mondo non agonistico, ove il costo della tessera atleta passa da € 10 a € 16; inoltre vengono introdotti ex novo alcuni massimali, inerenti sia il limite massimo dei montepremi in denaro (da € 5.000 max per un open, a € 300 per un limitato 4ª), sia le quote di iscrizione, di competenza dei circoli organizzatori (€ 30 max se con montepremi superiore a € 1.000, € 20 max con montepremi inferiore).
Sono numerosi i motivi per i quali i tariffari sono destinati ad essere accolti negativamente dalla maggior parte degli utenti.
In primo luogo, i rincari sanciti mal si inseriscono in un quadro di generalizzata crisi economica: con i tempi che corrono, il beacher di base verrà probabilmente indotto ad una maggiore attenzione su quanto effettivamente gli incida quest’insana passione, e non è impensabile che in futuro il bilancio imponga il pagamento di una bolletta in più e la partecipazione ad un torneo in meno.
In secondo luogo, siamo in presenza di una escalation perversa: a partire dall’attimo zero della riunificazione in FIT, i balzelli federali sono lievitati ad ogni piè sospinto, con l’aggravante che il sempre crescente flusso di denaro portato nelle casse federali da ogni singolo giocatore ed organizzatore, e quindi dall’intero movimento del BT, è stato insufficientemente restituito da FIT in termini di servizi offerti.
La verità ultima sta nel fatto che il beacher qualunque, alla fine della fiera, finisce per spendere un sacco di soldi senza aver niente, o poco, come contropartita: in particolare, egli non è tutelato da un regolamento decoroso, e ne è premiato da una attenta computazione dei suoi sforzi sportivi, come le classifiche di fresca uscita stanno a dimostrare.
Lacunose, incomplete, in alcuni casi addirittura impossibili: le graduatorie emesse da FIT sembrano affidabili solamente per i primi 50 player o, al massimo, fino alla seconda categoria. Gli altri, tanto per cambiare, sono carne da macello. La stagione che ci aspetta sarà dunque governata da una classificazione realizzata con metodi empirici, largamente fallata da sviste clamorose e dall’assenza a referto di un numero cospicuo di tornei.
E non nascondiamoci dietro un dito: quelle sono e quelle rimarranno. Non sono molte infatti, le probabilità che le classifiche emanate da FIT nei giorni scorsi possano essere riviste e corrette in maniera significativa, con l’integrazione dei cosiddetti tornei “fantasma”, rivendicati con cognizione di causa o meno dai circoli organizzatori, o per effetto di reclami di singoli atleti, le cui modalità di presentazione sembrano concepite per impedirne la presentazione.
FIT continua imperterrita per la sua strada, fatta di imposizioni dall’alto e di una quasi assoluta incapacità di reperire le istanze, minime e legittime, dei praticanti, e la distanza che la separa dalla realtà del mondo del beach appare via via sempre più ampia: non sono esattamente queste le circostanze auspicate alla vigilia del famoso anno zero.
Il BT ha dimostrato con i fatti di volere FIT: che ora FIT dimostri di voler davvero il BT.
Con la creazione di una una struttura esclusivamente dedicata al BT, dotata di mezzi e conoscenze tali da poter supportare il sistema, che non è ne sconfinato e ne particolarmente complesso, il tutto, naturalmente, in funzione di quanto il sistema stesso produce.
Non ci sono più alibi: o il movimento viene messo in condizione di funzionare, attraverso una riforma strutturale, o, inevitabilmente, ce ne saranno delle belle.
Buone Feste a tutti.

IL DUCA

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