martedì 8 novembre 2011

IL FUTURO DEL BEACH

Chi vivrà, vedrà…Sarà infatti solo al termine della stagione, quando il campo avrà emesso il suo incontrovertibile verdetto, che potrà essere operata un’analisi obiettiva sugli effetti delle nuove norme federali.
Ma al di la di quelli che saranno i risultati, è semmai opportuno cercare di capire meglio l’assetto “politico”, lo scenario nel quale si inserisce questa ultima, piccola grande rivoluzione, e magari cercare di capire quello che ci aspetta nel futuro prossimo.
Innanzitutto, una riflessione: il beach tennis è uno sport che ancora fatica ad essere considerato tale nella piena accezione del termine, laddove la massa dei praticanti, e il relativo movimento commerciale, esprime numeri ancora insufficienti per suscitare l’interesse delle major sportive, delle quali nessuna, infatti, si è ancora affacciata sul mercato, caratterizzato finora dalla presenza di alcuni brand “di settore”. Inutile precisare quali siano.
Siamo ancora, in fondo, allo scalino appena superiore al brodo primordiale: è quindi fisiologico che il movimento, prima di assestarsi, sia soggetto ad un processo evolutivo più rapido rispetto a quanto non succeda per altre discipline più tradizionali e radicate, tale comunque da richiedere ai praticanti un notevole spirito di adattamento. Parafrasando il titolo di un famoso lungometraggio, il beach tennis “non è uno sport per vecchi”.
Del resto, il 2010 è stato solo il primo anno in cui la F.I.T. ha riunito sotto di sé tutto il movimento beachtennistico, e pare davvero ingeneroso pretendere che sia già tutto a posto, perfetto e codificato.
Ma vi sono comunque aspetti per i quali è legittimo esprimere una minima preoccupazione.
In primo luogo, l’effettivo peso del beach tennis all’interno della F.I.T., in altre parole se e quanto “contiamo”. L’auspicio di tutti noi è che il beach tennis sia F.I.T. non perché questo è semplicemente il migliore dei mondi possibili, bensì perché questa appartenenza sia propedeutica alla crescita ed all’affermazione della disciplina. Sotto questo aspetto, c’è da chiedersi quali risorse economiche ed umane, e quali competenze siano destinate al beach tennis, e soprattutto se lo siano in misura adeguata, e c’è da augurarci che la Federazione sappia dare risposte veloci, concrete e rassicuranti.
Inoltre, è diffusa la sensazione che la F.I.T. stia operando una uniformazione del beach al tennis: ora, se questo è senz’altro auspicabile dal punto di vista della comunicazione tra centro e periferia, non lo è altrettanto a livello strutturale e regolamentare. Il beach tennis è diversissimo dal tennis: sono addirittura contrapposti gli ambiti, i comportamenti, la provenienza. Quando, ad esempio, si opera una classificazione degli atleti, o quanto si dispone una qualsiasi logistica, lo si deve fare in considerazione della peculiarità del beach, e non utilizzando la stessa filiera di ragionamento ed utilizzando gli stessi attori. Una volta avuta la bicicletta, sarà bene iniziare a pedalare: norme chiare, personale ed uffici esclusivamente dedicati al beach, e tesserati a cui brillano gli occhi per quanto sia efficiente la Federazione.
In questo AGB dovrà/potrà apportare un contributo importante: i segnali sono incoraggianti, ma si può fare di meglio. A cominciare dall’aspetto regolamentare: continuare a fare riferimento ai Regolamenti Federali del Tennis, in particolare al Regolamento Organico ed al Regolamento Tecnico Sportivo, vuol dire generare più dubbi di quanti non se ne risolvano, anche solo considerando il fatto che il tennis è uno sport essenzialmente individuale, al contrario del beach. A mero titolo di esempio, qualcuno potrebbe aver visto ciò che dispone l’art. 61, comma 2 del RTS (“il tesserato non agonista non può svolgere alcuna attività agonistica ed il tesserato agonista non può svolgere alcuna attività non agonistica”), e potrebbe cominciare a chiedersi se davvero non ci saranno problemi, in tal senso.
Infine, altra questione di non secondaria importanza, le regole di gioco sono praticamente immutate dalla prima codifica di bellettiniana memoria: potrebbe essere arrivato il momento di apportare qualche piccolo ritocco, senza aver paura di dover affrontare “l’inquisizione” degli organismi preposti. Spontaneo il pensiero per le modalità di battuta, con annesso net o muro vincente, complessivamente causa del 98% delle discussioni, così facili quando si è nel regime dell’autoarbitraggio.
Comunque sia, che se ne parli, magari salta fuori qualcosa di buono.




IL DUCA

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