giovedì 10 novembre 2011

REGOLAMENTO 2012: PIA ILLUSIONE (?)

FIT, se ci sei batti un colpo. Se il popolo dei racchettoni potesse riunirsi in una seduta spiritica, sarebbe senz’altro questa l’esortazione che si leverebbe nell’aria, come un disperato mantra volto alla salvezza del BT…… Dopo gli “effetti speciali” che hanno caratterizzato la storia recente, ovvero un 2011 punteggiato da ordini e contrordini, da comunicati al limite della umana comprensione e da improvvidi quanto sterili esercizi di traduzione inglese-italiano, è davvero giunta l’ora che, infine, FIT inizi a fare il suo mestiere di Federazione Sportiva, alla quale tocca il compito (wikipedia alla mano…) di organizzare e disciplinare lo svolgimento dell’attività. In modo da dare stabilità ad un movimento sportivo giovane ed in continua evoluzione, e rendere fertile il terreno del suo sviluppo nel medio e lungo periodo.
Innanzitutto risolvendo in maniera convincente e definitiva la questione regolamentare: la situazione attuale difficilmente potrà essere ri-proposta ai nastri di partenza della prossima stagione, senza il rischio di una pericolosa involuzione dell’intero sistema, conseguenza del progressivo disamoramento di una base profonda le cui aspettative sono state troppe volte deluse, talvolta addirittura mortificate.
Considerando che la sessione indoor è già iniziata, con mille e un dubbio in più, occorre quindi, oltre che far bene, dover fare anche presto, mettendo mano ad una riforma profonda e complessiva del REGOLAMENTO BEACH TENNIS, il cui movimento, in questo fine 2011, sembra esso stesso indeciso se restare Peter Pan (un bel gioco da spiaggia) o diventare adulto (uno sport serio).
Con regole serie e soprattutto gestito da una struttura federale adatta allo scopo.
Invece, eccoci qua: proposte tante, idee forse di più, ma lentamente la discussione sta scemando, non foss’altro per l’imbarazzante silenzio proveniente dalla stanza dei bottoni, dove nulla pare muoversi. Viene perfino l’atroce sospetto che, in realtà, la stanza dei bottoni non esista o che ai comandi non vi sia nessuno, in una sorta di Truman Show alla rovescia.
La dicitura “sezione in allestimento”,  da tempo allegramente esposta nella sezione “classifiche del circuito” del sito web FIT, non fa che rafforzare l’inquietante interrogativo, oltre a candidarsi in automatico per il David, sezione (tragi) commedia all’italiana……..Per non parlare dell’organizzazione dei recenti Campionati Italiani a squadre, ennesimo pasticciaccio sul quale forse è meglio stendere un velo, anche perché meriterebbe un intero capitolo a parte.
Ma veniamo alle principali note dolenti a livello regolamentare (e dintorni).
Innanzitutto è da notarsi un forte squilibrio tra le 4 paginette del Regolamento BT di fronte alla Treccani del Regolamento Tennis: ci credo che si debba ogni tre per due ricorrere alle carte federali FIT, con tutte le problematiche che questo comporta……C’è bisogno di lavoro, sia in qualità che in quantità, per riequilibrare un minimo questo scompenso che è all’origine di tutti i mali.
Partiamo dal presupposto fondamentale che il BT è autoarbitrato. Su 100 matches di BT, infatti, quanti sono quelli che possono permettersi il “lusso” di un arbitro? Uno, forse due. E oltretutto, quando si parla di arbitri, nella maggior parte dei casi ci si riferisce non a personale FIT, adeguatamente formato ed inquadrato, ma a “volontari” che, bontà loro, accettano un incarico davvero scomodo, tanto più in presenza di codesto regolamento. Non sempre, come mi è capitato personalmente all’ITF di Viareggio-Torre del Lago del luglio di quest’anno, si ha la fortuna sfacciata di avere nelle vicinanze un personaggio di indubbia competenza e carisma, capace di riscuotere a priori l’incondizionata fiducia dei giocatori. Non ne faccio il nome, ma è il padre di un top player, e ancora lo ringrazio: quando il Giudice Arbitro (altro personaggio estremamente competente) mi propose di arbitrare non ricordo quale semifinale, mi vennero i sudori freddi…E c’erano tipo 36-37 gradi…….
Dunque, qualsiasi nuova norma deve necessariamente tener conto di questa circostanza, anche a costo di prendere decisioni “sorprendenti”.
Come, per esempio, nel caso dell’annoso problema dell’invasione del ribattitore, in occasione del servizio del battitore, o “muro” che dir si voglia, causa di non poche discussioni nell’arco della stagione appena trascorsa.
Sembra che la direzione intrapresa sia quella di creare una specie di “zona cuscinetto”, all’interno della quale è inibita l’azione del ribattitore. Potrebbe essere una buona idea, al di là di doverne rintracciare la giusta ampiezza: 1 metro, 1,5 metri, 2 metri? E con quale indicazione: con una “tacca” sulle linee laterali? Vediamo che succede.
Altri rumors raccontano che forse vedremo cadere pure il tabù dell’altezza rete, con quel m. 1,70 da alzare (m. 1,80?) nelle competizioni maschili e/o abbassare (m. 1,60?) in quelle femminili/under; addirittura potrebbe essere in discussione una rivisitazione dell’ampiezza del campo di gioco (femminile/under), in questo caso un’eventuale riduzione delle dimensioni (m. 7x7?).
Ergonomicamente parlando, che se ne parli è quasi d’obbligo: basti il solo pensare alla diversità fisiologica e tecnica tra i due mondi, nel caso del BT quasi due sport differenti.
Per quanto attiene alla diversa durata degli incontri, legata alla differenziazione tra attività agonistica e non agonistica, c’è il rischio concreto che la norma possa essere mantenuta inalterata anche in presenza di un nuovo regolamento, e, nelle gare non agonistiche, si debba seguitare a disputare incontri a set  unico a 6 giochi (nel caso di partita “corta”, generalmente adottata per la fase a gironi) oppure con i set a 4 giochi (nel caso di partita lunga, con la quale di solito viene espletato il tabellone finale). Se da una parte possono essere comprensibili certe dinamiche “legali” alla base di un eventuale mantenimento della norma, dall’altra non è  possibile non tener conto di quanto la base sta invocando a gran voce fin da subito, ovvero che, molto semplicemente, il match con i set a 4 games non è stato affatto digerito. Compromesso “storico”? Che, al minimo, ci possa essere facoltà di scelta nella durata della partita “lunga”, ovvero l’alternativa tra l’incontro con i set a 4 giochi e l’incontro con il set unico a 9 giochi: oltretutto, basta far 2 conti per capire che non si tratta di voler allungare per forza gli incontri, visto che l’incontro con i set a 4 giochi è potenzialmente più lungo di un incontro con set unico a 9 giochi, bensì di un fatto di pura logica beachtennistica.
Altro capitolo di eventuale discussione è rappresentato dalle modalità usate per la determinazione della forza coppia, dato fondamentale sia per la formazione dei gironi che per la compilazione dei tabelloni.
 Fino ad oggi, il meccanismo utilizzato (che ha comunque una sua logica) non è privo di circostanze discutibili: in pratica, privilegiando l’importanza della categoria del giocatore più forte, succede che la coppia formata dal top player del caso (cat. 1) e da un absolute beginners (4NC), abbia maggiore importanza di una coppia formata da due agguerritissimi 2.1………..
Al di là di discutere se questo fatto possa alterare o meno, e in che modo, la vattelapesca competizione, c’è un rimedio semplice semplice: il diverso meccanismo adottato nel regolamento delle competizioni internazionali, ove, sommando i punteggi dei 2 componenti, si ha l’effettivo peso della coppia.
E si  potrebbe continuare (quasi) all’infinito: ordine e facoltà di posizionamento dei giocatori, modalità del servizio, net in battuta e tanti altri aspetti che avrebbero bisogno di un “tagliando”.
Quel “tavolo”, in precedenza invocato su queste pagine, avrebbe sicuramente molto da lavorare.
Non che, del resto, sia sufficiente la risoluzione della questione regolamentare, a garantire un radioso futuro al BT: come anche in ben più grandi ambiti, c’è bisogno di riforme innanzitutto strutturali.
A cominciare dal COMITATO BEACH TENNIS: l’organo di governo del BT deve essere messo in grado di operare in maniera sistematica e professionale, ovvero deve essere dotato degli strumenti giuridici e dei mezzi strutturali ed economici necessari allo svolgimento di quel compito istituzionale fino ad ora, suo malgrado, largamente disatteso.  
Inoltre, come qualsiasi organo di governo, prima ancora che competente, deve innanzitutto essere credibile: non può essere tale un organismo che, di fatto, essendo i suoi componenti nominati direttamente e completamente dai vertici FIT, non è neanche in minima parte espressione democraticamente eletta della base del movimento beachtennistico.
Se poi potesse pure avvenire il miracolo dell’eliminazione di cariche sovrapposte, interessi più o meno trasversali, clan e sottoclan che cercano sistematicamente di mettersi il bastone tra le ruote, chissà che un giorno il BT non diventi davvero una cosa normale.

IL DUCA

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