martedì 8 novembre 2011

REGOLAMENTO 2011: POLLICE VERSO

Così non va. Un vero e proprio urlo di unanime disapprovazione si alza dai campi in direzione Roma, anche se la sensazione è purtroppo quella che il danno sia ormai fatto. E’ inutile nascondere la questione dietro al proverbiale dito: il regolamento BT 2011, del quale, com’era fisiologico che fosse, la stragrande maggioranza dei beachers “ di base” si è resa conto solo disputando i tornei di questo primo scorcio di stagione, presenta diverse situazioni di notevole criticità.
L’aspetto sicuramente più clamoroso riguarda il limite degli incontri nei tornei non agonistici, ovvero le indigeribili, impresentabili ed ingiocabili partite con i set a 4 games.
A tal proposito, è utile ricordare che la differenziazione tra torneo non agonistico e torneo agonistico, non è basata, come la definizione in senso assoluto potrebbe far pensare, alla presenza o meno di agonismo, bensì sulla circostanza che vi sia o meno un montepremi in denaro. Questo per introdurre il concetto secondo il quale l’agonismo, di fatto, è presente in entrambe le tipologie di gara, e che l’agonismo, a qualsiasi livello, richiede un proprio e immodificabile “status”: nel caso delle competizioni beachtennistiche, la misura fisiologica di un incontro degno di tale nome è corrispondente al set unico a 9 games o al meglio dei 3 set a 6 games (con il long tiebreak a 10 punti al posto del 3° set). Punto e basta.
Ogni situazione diversa altera in maniera pesante la natura del gioco: se si può arrivare a capire il set unico a 6 games nelle qualificazioni (che già non è il massimo della vita, ma d’altra parte ci sono altre livelle quali tempo e campi a disposizione), giocarsi il passaggio di turno del tabellone con i set a 4 games è letteralmente impensabile. E la dimostrazione pratica di quanto poco gradimento tale tipologia di incontro raccolga nei beachers, è che nessuno, nella pratica quotidiana di allenamento, sembra allinearvisi: molto semplicemente perchè non è affatto divertente.
Al punto che è difficile arrivare a comprendere quali siano state le motivazioni a monte di tale provvedimento normativo; in ogni caso, il risultato sul campo è disastroso: incontri accorciati in maniera pesantissima, livello di gioco seriamente livellato verso il basso, disincentivazione alla trasferta, gradimento generale ai minimi storici.
D’altro canto, l’empasse sarebbe facilmente superabile, visto che non sta scritto da nessuna parte  che non si possano dotare di montepremi in denaro (magari di lieve entità) anche tornei tipo DMX e OVER 40, se non addirittura i DM limitati: così facendo, però, sarebbe automaticamente esclusa la fascia dei tesserati non agonisti, e questo non può coincidere con l’interesse generale.
Altro aspetto che certo non ha suscitato giudizi positivi è la metodologia di collocamento delle coppie nel tabellone finale, non più basato esclusivamente sul risultato conseguito nella fase di qualificazione, bensì in conseguenza della forza coppia.
Di fatto, ove vi siano gironi che qualificano 2 coppie, non ha più nessuna importanza arrivare primi invece che secondi nel proprio girone: l’antimateria dello spirito sportivo, che impone a tutti, sempre e comunque, di andare in campo e cercare la vittoria con tutte le proprie forze. Conseguenze: nel migliore dei casi viene in parte svuotata di interesse tecnico-agonistico la fase di qualificazione, nel peggiore si offre più che mai il fianco ai peggiori calcoli o biscottini che dir si voglia. Inoltre, così facendo è palese che le coppie più forti (leggi teste di serie) siano avvantaggiate non più una sola volta (com’è giusto che sia, nella formazione dei gironi) ma anche una seconda, cioè nella posizione di partenza nel tabellone finale. Qual è la logica di merito sportivo alla base del ragionamento secondo il quale, per esempio, alla testa di serie n° tot non frega niente di vincere il proprio girone o arrivare 2ª, tanto poi nel tabellone rimane sempre la testa di serie n° tot?
Infine, è difficilmente condivisibile anche la nuova modalità di qualificazione dai gironi. La norma attuale prevede infatti che dai gironi (che di fatto o sono da 3 coppie o sono da 4 coppie) si possano qualificare o 1 coppia, o 2 coppie, o 2 coppie dai gironi a 4 e 1 coppia dai gironi a 3, con la conseguente eliminazione della possibilità di qualificare un numero ad hoc di migliori seconde qualificate. Vi faccio un esempio banale: torneo a 20 coppie. Sembra logico formare 5 gironi da 4 coppie e, avendo bisogno di qualificare 8 coppie per formare un tabellone che parta dai quarti, far passare il turno alle coppie prime classificate di ogni girone con il “ripescaggio” delle migliori 3 seconde classificate. Troppo semplice. Volendo mantenere i gironi con egual numero di coppie (cioè sempre 5 gironi da 4 coppie) possono essere qualificate o 5 coppie, o 10 coppie: nel primo caso devono essere assegnati 3 bye, impoverendo indecorosamente il tabellone finale, nel secondo caso deve essere predisposto un turno preliminare per eliminare 2 coppie, con il conseguente allungamento dei tempi di svolgimento e con la bizzarria rappresentata dal fatto che una coppia, pur vincendo il proprio girone, possa anche non essere inserita nel tabellone finale, qualora si “inceppi” nel turno preliminare.
In quel torneo d’esempio, per qualificare il numero esatto delle coppie (8) si deve ricorrere ad una bizzarra articolazione dei gironi: 4 gironi da 3 coppie (dai quali si qualificano le prime classificate) e 2 gironi da 4 coppie dai quali si qualificano la 1ª e la 2ª classificata. Se avete fatto un piccolo sforzo per seguire il ragionamento proposto, avrete senz’altro capito la singolarità della nuova norma.
L’auspicio è dunque che lassù ai piani alti si ponga rimedio, e velocemente, ad una situazione che potrebbe costituire i prodromi di un pericoloso ritorno al passato.
Non è per vedere applicato codesto assurdo regolamento che il beach tennis si è riunito sotto la guida di mamma F.I.T.

IL DUCA

Nessun commento:

Posta un commento