martedì 8 novembre 2011

NUOVO REGOLAMENTO 2011 - FULMINE A CIEL SERENO

Alzi la mano chi se lo aspettava. Mamma “Eppur si muove” FIT continua a sorprendere tutti e, nel clou della stagione outdoor (!!), consegna alla storia l’ennesimo capitolo della questione regolamentare, vera e propria “più croce che delizia” del mondo del BT.
Innanzitutto un rilievo sulla tempistica adottata per introdurre questo “nuovo” pacchetto: pur sommamente lacunose, e talvolta evidente frutto di beata ignoranza beachtennistica, le norme in vigore da inizio anno avevano comunque finito per far raggiungere al movimento un punto di (delicatissimo) equilibrio.
Dunque, sarebbe stato meglio finire come si era cominciato.
Le “Regole Provvisorie del Beach Tennis”, introdotte con la Circolare n. 7 – LUGLIO 2011 – altro non sono che la mera traduzione inglese/italiano delle regole ITF (Provisional Rules of  Beach Tennis 2011) e, a questo punto, risultano “in convivenza” con il “Regolamento del Beach Tennis” 2011”, ancora in vigore a tutti gli effetti, seppur modificato dalla Circolare stessa.
Se contiamo pure il comunicato del 18 marzo 2011 (“Organizzazione della fase a gironi per i tornei di beach tennis), che in parte rimane valido (vedi determinazione del numero di coppie che possono qualificarsi dai gironi) e l’obbligatorietà  del riferimento alle Carte Federali FIT (Regolamento Organico, Regolamento Tecnico Sportivo, Regole di Tennis etc.), ce n’è abbastanza per dipingere un quadro degno dell’avanguardia surrealista. Insomma, una situazione dove a regnare troviamo innanzitutto disorientamento e il ricorso sistematico alle più bizzarre interpretazioni: spiaggia che vai, torneo che trovi.
Ancora, purtroppo, notiamo che lassù ai piani alti il Beach Tennis continua ad essere considerato altro che una (piccola) costola del (Grande) Fratello Tennis e, in virtù di tale visione, pure le regole del Beach Tennis devono necessariamente essere un adattamento, un copia e incolla (oltretutto grossolano) delle esistenti norme tennistiche. Non c’è verso. Eppure, oggettivamente, anche l’uomo della strada può arrivare a capire che i due mondi difficilmente potrebbero essere più lontani e, dunque, l’uno (il Beach Tennis) non può essere un adattamento regolamentare dell’altro (il Tennis).
Occorre quindi uno sforzo ulteriore: l’auspicio è che, finalmente, possa trovare dimora e applicazione un tavolo “costituente”, formato da dirigenti federali, giocatori e tecnici. Credo che con un minimo di buona volontà e soprattutto di riconosciuta competenza, questo tavolo possa dare dei gran bei frutti, e confezionare una volta per tutte un vero Regolamento di Beach Tennis, che possa finalmente contenere regole chiare e soprattutto provenienti dall’esperienza maturata sul campo, anzi, sulla sabbia. E che, in alcuna circostanza, debba riferirsi alle Carte Federali del Tennis.
Andiamo a vedere nel dettaglio.
Alla Regola 1 – Il campo – vi è una bizzarria “dimensionale”: le linee del campo possono essere larghe da cm. 2,5 a cm. 5, ad eccezione delle linee di fondo che possono arrivare fino a cm. 10. Mai visto un campo da beach così potenzialmente stravagante, ed oltretutto non vi è cenno ad altri aspetti di primaria importanza, quali il colore del net (dovrebbero essere evitati colori poi contenuti anche nella pallina di gioco), nonché il suo dimensionamento: a tal proposito, vi assicuro che l’esperienza di gioco con net superiori a cm. 5 di altezza, non è affatto gradevole.
Meno male che in tempi recentissimi l’ITF ha messo una pezza sulla possibilità di avere l’altezza della rete fino a cm. 180…..(E io che domandavo sul perché, nel “fact sheet” dei tornei ITF, era richiesta l’altezza della rete….)
La Regola 9 – Battitore e ribattitore – è forse quella più controversa. L’ordine di posizionamento dei giocatori in campo (comma 2: “prima dell’inizio di ogni punto i ribattitori devono prendere posizione, seguiti dal battitore che esegue la battuta”) è decisamente inattuabile. E’ vero l’esatto contrario: il battitore sceglie la posizione da cui effettuare il servizio (seguito dal proprio compagno, che può posizionarsi in qualunque parte del campo, compreso una posizione da cui ne consegua un “disturbo” per la coppia avversaria,  la quale non può chiederne la rettifica) e successivamente (ed in conseguenza della posizione scelta dal battitore e dal suo compagno) i ribattitori assumeranno la propria posizione. La seconda parte del comma 2 (“I ribattitori non possono modificare sostanzialmente la loro posizione l’uno rispetto all’altro ed al battitore quando il battitore ha preso la sua posizione”) sembra andare nella direzione della regolamentazione del cosiddetto “muro” in battuta. Letta così, la norma continua a permettere l’effettuazione di tale “gesto tecnico”, però a condizione che l’aspirante “muratore” si posizioni in maniera tale da renderlo possibile senza che si debba “modificare sostanzialmente la propria posizione”. Vale a dire che il muro realizzato partendo da tot distanza dalla rete e finalizzato con un avanzamento frontale o in diagonale (realizzato durante il movimento di battuta) è fuorilegge.
Assai articolato pure il contenuto della Regola 19 – Fallo di piede -: quello che si avverte è che, fondamentalmente, la quasi totalità dei players commette, chi più e chi meno, fallo di piede; se non altro, viene evidenziato che il servizio si effettua partendo da fermi e che non è reato toccare la linea di fondo (con il piede anteriore) durante il movimento di battuta. Nella realtà andrebbe scoraggiata soprattutto l’abitudine di commettere il fallo di piede fin dal posizionamento per la battuta, mettendo il piede sotto o sopra la linea (con conseguente ed evidente trascinamento) fin dalla partenza del movimento di battuta stessa.
Positiva l’introduzione della Regola 29 – Gioco continuo -, ove viene determinata la modalità e la quantità delle pause che devono caratterizzare un incontro di beach: la stretta osservanza di quanto ivi contenuto è da considerarsi garanzia di corretto svolgimento della partita.
Nella stessa Circolare n. 7, vengono inoltre apportate modifiche al vigente Regolamento del Beach Tennis: significativa quella che va finalmente ad eliminare la stortura di quanto in parte introdotto mediante la Circolare del 18 marzo 2011. Viene infatti ridata dignità alla pratica dei gironi di qualificazione, e all’importanza di vincere il proprio per la successiva collocazione all’interno del tabellone finale: passo avanti (una tantum).
Dunque il cammino pare ancora lungo.
Le questioni su quel famoso tavolo sono innumerevoli: a braccio ricordiamo una chiara regolamentazione del muro, l’eliminazione della diversità di durata degli incontri tra attività agonistica o non agonistica (via subito i set a 4 giochi), ed altre vere e proprie emergenze tipo la necessità di formare senza indugio Giudici Arbitri di Beach Tennis (che abbiano conseguito un’abilitazione specifica e preferibilmente di specifica provenienza, e non perché semplicemente sono Giudici Arbitri di Tennis).
Alla prossima.
P.S.
L’ultima provocazione: sarei curioso di sapere, su 100 beachtennisti, quanti sono coloro ai quali non dispiacerebbe che venisse messa in discussione l’utilità morale/spettacolare del punto-net in battuta….

IL DUCA

Nessun commento:

Posta un commento